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RICORDI

Rimembro Grotteria:
paese mio adottivo,
ogni piccola sua via
ove bimbo fui giulivo.
La piazzetta e il banditore,
san Domenico e la chiesetta:
dolce casa del Signore
che i fedeli sempre aspetta.
La Bofia lastricata,
il castello la sul monte,
la terribile vallata
ch’ha Neblà proprio di fronte.
L’acquedotto sempre in pianto,
sempre muta la sua voce,
breve era ogni suo canto
che metteva tutti in croce.
La Frandisca e la nucara
situati in un pendio:
terra misera, ma cara
sempre viva nel cuor mio.
Via dei fiori mi parla al cuore
con melodica armonia:
lì è nato il mio grande amore:
la rosa più bella che ci sia.
Ai miei tempi un calzolaio
sul Sincurso a limitare,
un’anziana col telaio:
quante cose sapevan fare.
Quanti scampoli di vita
ho lasciato a Grotteria:
quell’amor che oncor m’invita
e mi da malinconia!!!
Dei dintorni sei regina
messa in cima alla scogliera,
piccola, umile e divina,
sempre pura, sempre vera.
Nel ricordo della vita
c’è la scia d’una stella
che la via sempre m’addita:
della città più cara e bella.
Or ti lascio con una stretta
annoverandoti col pensiero,
perché tu sei mia diletta
e il patrio mio sentiero.

Rocco Albanese
 


 


DALLA SILA ALL’ASPROMONTE

Dalla Sila all’Aspromonte
vedi vigne ed oliveti,
gente col sudore sulla fronte,
sorridenti, felici e lieti.

Ogni zolla la sua storia
come il seme che germoglia
annaffiato col sudore
d’ogni buon lavoratore.

Quale effluvio in ciel si espande
dalle zagare e ghirlande,
di limoni e mandarini
e di fermenti nei tini.

Sotto il sole o la tempesta
non c’è mai un dì di festa:
Il pastore a pascolare,
la massaia a rammendare,

la donzella va alla fonte
mentre il sole la bacia in fronte.
Ogni dì stesso è il cammino
dell’anziano e del bambino.

Da Gioiosa a Grotteria
tutto quanto è poesia,
tutto è musica divina:
“ Il fiume che cammina,

l’allodola che canta,
la bimba che s’incanta,
il fiume che gorgoglia,
il fruscio della foglia,

il profumo della vita,
la dolcezza indefinita
e dell’occhio l’allegria
in ogni casa, in ogni via.

E’ povera la vita,
ma nel cuor c’è la fiorita
del rispetto e dell’amore
ch’è il sublime più bel fiore.”

Rocco Albanese

 


‘A CUNFRUNTATA

Il dì di festa della confruntata
d’un’ave s’ode invadere ogni cuore,
d’eccelso ogni via tutt’è ammantata,
mentre una madre è strutta dal dolore.

S. Giovanni percorrendo tortuosa via,
con forte amore e tenero trasporto,
s’inchina alla vergine Maria
che dir le voglia: “ Gesù è risorto!”

Un sussulto forte sente dentro al cuore,
una luce che s’accende nel suo petto,
la figura che s’avvolge di bagliore
nell’udire ch’è risorto il suo diletto.

S. Giovanni ripercorre la tortuosa via,
lastricata di porfido sconnesso,
ove l’incerto passo par che sia
da sovrumana luce ben riflesso.

Beato il dì che al cuor si rinnovella
il sublimato rinascere alla vita
che all’alma dona la speme, la più bella
da quella immensità d’amor condita.

Tutto s’irrora d’infinito amore
quando quel figlio morto sulla croce
si desta in tutto il Suo nitido splendore
e riudir fa alla madre la Sua voce.

S’apre quel velo intriso di dolore,
s’irradia di luce la madre Addolorata
stringendo sul Suo petto il suo Signore
nel grande giorno della cunfruntata;

cunfruntata pria nel mondo intero,
cinta di fasto e di divino amore
orgoglio immenso d’ogni Grotterese
a cui va la lode e il mio pensiero
per il commensurabile splendore
che sappian dare al nostro bel paese.


Rocco Albanese


 



Su autorizzazione di un Papà di un "piccolo" talento pitagorico, di origine Grotterese:
 


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